mercoledì 25 novembre 2015

ISLAM

Ho studiato un po’ l’Islam, la sua storia e la sua teologia.
Conosco la differenza tra sunniti e sciiti e ho visitato diversi paesi musulmani apprezzandone la cultura e l’arte, ma non mi sognerei mai di affermare di conoscere bene l’Islam e tanto meno di esprimere giudizi su convinzioni religiose che non ho mai vissuto.
Non mi sognerei mai di tranciare giudizi come vedo fare con criminale superficialità in televisione, sui giornali e sui social, da personaggi che non hanno la minima idea di cosa stanno parlando.
L’evoluzione dell’Islam, come quella di tutte le religioni, è complessa e non priva di contraddizioni.
Come potrebbe non essere complessa l’evoluzione di una convinzione nell’arco di 1.400 anni che attualmente coinvolge un miliardo e mezzo di persone distribuite in tutto il mondo?
E’ forse meno complessa e meno priva di differenze e contraddizioni l’evoluzione del cristianesimo?
Di fronte a questioni che riguardano convinzioni profonde di miliardi di persone, non sarebbe quanto meno prudente evitare affermazioni saccenti, semplificazioni ridicole, generalizzazioni da osteria?
Persone che hanno letto dieci righe della Fallaci, visto qualche foto su internet e ascoltato un paio di commenti fuori contesto si possono permettere di esprimere giudizi su una cultura millenaria?
Un cinese che avesse letto qualche riga di un saggio sulla mafia, visto qualche foto della periferia romana e ascoltato un comizio di Scilipoti potrebbe permettersi di esprimere un giudizio sulla cultura italiana?
Le culture, la storia, le religioni, le ideologie sono materiale delicato, infiammabile e a volte esplosivo perché riguardano le convinzioni profonde delle persone; vanno trattate (tutte) con prudenza, rispetto e attenzione.
Eviterei a maneggioni approssimativi e incoscienti di trattarle con superficialità, soprattutto davanti a una telecamera.

Altro è parlare di fatti drammatici, ricercarne le cause e reagire guidati dalla ragione, altro è attribuire paternità arbitrarie e dare per scontati rapporti di causa ed effetto che esistono solo nella testa di chi faticava anche con le tabelline (e si vede).

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