lunedì 16 agosto 2010

E ADESSO AL RE CHI GLIELO DICE?

Il "Vasa"Il pomeriggio del 10 agosto 1628 a Stoccolma c'è il sole.
E' domenica e l'atmosfera delle grandi occasioni serpeggia in ogni vicolo di GamlaStan: oggi pomeriggio alle quattro, dopo due anni di lavoro serrato, la nuova ammiraglia della marina svedese scenderà in acqua ! E' il favoloso "Vasa", l'orgoglio del re Gustavo Adolfo, ma anche di tutti i carpentieri, i fabbri, i falegnami, gli architetti e i manovali che in questi due anni hanno lavorato notte e giorno a realizzare questa incredibile e bellissima macchina da guerra.
Sessantanove metri di lunghezza e quasi quarantanove di altezza ! I polacchi e re Sigismondo fuggiranno solo a vederla! Ce la invidieranno anche i danesi! E poi i sessantaquattro cannoni, i tre possenti alberi, le dieci vele quadre, le sculture...  un capolavoro!
Ma c'è qualcuno che non riesce a stare tranquillo.
L'ammiraglio ha assistito la scorsa settimana alle prove di stabilità: trenta marinai si sono spostati di corsa alternativamente da destra a sinistra e da sinistra a destra e la nave ha oscillato paurosamente. Il collaudo è stato interrotto. La linea di galleggiamento è bassa dopo che è stata aumentata la zavorra, ma è stato necessario per cercare di stabilizzare una nave così stretta.
L'aveva detto l'architetto, è troppo lunga e alta rispetto alla chiglia... ma il re ha insistito... "la voglio più lunga e più alta, deve essere molto più grande delle navi dei polacchi!"... adesso la nave è pronta, è come il re l'ha voluta... ma ce la farà a tenere il mare ?
E poi, chi glielo dice adesso al re ?
E non solo al re. E ai marinai? Ai nobili? Al popolo? Ai soldati impegnati a Lubecca contro i polacchi? Come si fa a dire, dopo due anni di attesa e di lavoro: "forse abbiamo sbagliato i calcoli..."?  Non è possibile dirlo... meglio non dirlo.
Basta dubbi! Le carte sono state firmate... oggi alle quattro la nave scende in acqua, tra gli applausi del popolo e l'attesa dei trecento soldati che saliranno a bordo per fare rotta verso Lubecca. Viva la Svezia!
Molti, probabilmente, sanno già come andò a finire quel pomeriggio di agosto. Il favoloso Vasa, tra l'entusiasmo della folla, fu trainato fuori del porto e navigò per poco più di cinque minuti: alla seconda folata di vento si piegò su un fianco, l'acqua entrò dai portelli della prima fila di cannoni e la nave colò a picco sotto gli occhi di tutti.
E adesso al re chi glielo dice ?
La storia del Vasa (che -per la cronaca- è stato recuperato 333 anni dopo il naufragio, certosinamente restaurato ed è oggi esposto al Vasamuseet di Stoccolma) mi ha fatto venire in mente a quante volte, soprattutto in politica, la vicenda si è ripetuta e continua a ripetersi.
Quante volte si sono costruiti teoremi, creati (o divisi) schieramenti, affrontate competizioni elettorali pur sapendo che i calcoli non autorizzavano nessun ottimismo ?
Si, lo so, la politica non è una scienza esatta e non si può calcolare come si può fare per il rapporto tra la larghezza e l'altezza di una nave... ma la ragione ha le sue regole, che non sempre coincidono con la rabbia dei delusi,  gli applausi delle folle e le voglie delle primedonne.
Sono regole che derivano dal buon senso e dalla prudenza, che crescono nei ragionamenti condivisi e nei "collaudi" da effettuare, che prendono corpo in progetti pazienti che non si cambiano solo perché qualcuno vuole la nave più grande e spettacolare... ce la faremo a far prevalere la ragione o ci lanceremo ancora in acqua con entusiasmo e incoscienza gridando "Viva la Svezia"?