Due cose danno la misura di quanto siamo veramente adulti: la capacità
di essere
responsabili e quella di saper correre rischi.
Due capacità preziose che tutti apprezziamo e ammiriamo come tratti distintivi
di valore.
Sono capacità che non si possono insegnare formalmente, possiamo solo apprenderle con un faticoso tirocinio di cui la vita non manca di darci l’opportunità; sono alla base della fiducia nel lavoro e nelle relazioni personali, tutti vorremmo avere a fianco qualcuno davvero responsabile e capace di assumersi il rischio di agire!
Insomma due qualità di “rango”, connesse tra loro e da sempre celebrate come segno di maturità e coraggio. Eppure.
Sono capacità che non si possono insegnare formalmente, possiamo solo apprenderle con un faticoso tirocinio di cui la vita non manca di darci l’opportunità; sono alla base della fiducia nel lavoro e nelle relazioni personali, tutti vorremmo avere a fianco qualcuno davvero responsabile e capace di assumersi il rischio di agire!
Insomma due qualità di “rango”, connesse tra loro e da sempre celebrate come segno di maturità e coraggio. Eppure.
Eppure ci muoviamo esattamente in senso contrario. Ci industriamo in
tutti i modi per evitare di correre rischi e di assumerci responsabilità.
Stipuliamo polizze che ci tutelino in ogni circostanza, evitiamo accuratamente
di esporci, siamo abilissimi nel girarci dall’altra parte e maghi del “ma anche”. La
responsabilità poi -si sa- è sempre condivisa, corale, diffusa, diluita… praticamente
impossibile dire di chi è. Il paradosso è che -così facendo- siamo intimamente
persuasi di essere molto furbi, convinti che il massimo della sagacia consista
nel riuscire a guadagnare una sorta di invisibilità di
fronte alle possibili avversità della vita.
Viviamo -per così dire- a motore spento, senza fare rumore, andiamo alla grande in discesa ma ci areniamo in salita, ovviamente addossandone la colpa chi non ha il coraggio di assumersi responsabilità e rischi. Il fatto è che la vita -quella vera- non funziona così, non è mai tutta in discesa e la posta in gioco non è l’invisibilità. Non è possibile evitare di correre rischi e assumersi responsabilità, o meglio lo è (quasi) ma solo al prezzo di essere inutili e di scaricare su altri le conseguenze delle responsabilità che rifiutiamo di prenderci.
Non esiste potere senza responsabilità e non esiste decisione senza rischio, chi ci vuole convincere del contrario è un venditore di pentole. Le cose più belle e importanti della vita le facciamo quando accettiamo la responsabilità e il rischio, il resto è volume.
Viviamo -per così dire- a motore spento, senza fare rumore, andiamo alla grande in discesa ma ci areniamo in salita, ovviamente addossandone la colpa chi non ha il coraggio di assumersi responsabilità e rischi. Il fatto è che la vita -quella vera- non funziona così, non è mai tutta in discesa e la posta in gioco non è l’invisibilità. Non è possibile evitare di correre rischi e assumersi responsabilità, o meglio lo è (quasi) ma solo al prezzo di essere inutili e di scaricare su altri le conseguenze delle responsabilità che rifiutiamo di prenderci.
Non esiste potere senza responsabilità e non esiste decisione senza rischio, chi ci vuole convincere del contrario è un venditore di pentole. Le cose più belle e importanti della vita le facciamo quando accettiamo la responsabilità e il rischio, il resto è volume.