sabato 18 gennaio 2014

QUARANTACINQUE ANNI

Mercoledì 22 gennaio 1969 ritiravo la mia prima Vespetta 50 verde mela. Tra pochissimi giorni, il 22 gennaio 2014 (per combinazione anche quest’anno un mercoledì) saranno 45 anni che mi sposto su due ruote.
Certo, solo una banale ricorrenza, tuttavia ho già avuto modo (1) di esprimere la mia convinzione che muoversi abitualmente nel traffico su due ruote non è solo questione di praticità, ma una scelta che -anno dopo anno- finisce per condizionare la filosofia di vita.
Certe mattine, quando non mi va di affrontare la giornata, ricordarmi che prenderò la moto per andare in ufficio mi addolcisce la pillola.
Mi sono chiesto più volte perché mi piaccia così tanto guidare la moto e credo di averlo scoperto: è una questione di inclinazione. No, non nel senso che bisogna esserci portati, proprio nel senso fisico del termine: il fatto che la moto si può inclinare.
La macchina (nel senso di automobile) non può farlo, la macchina può solo banalmente cambiare direzione, spostarsi verso sinistra o verso destra, le manca la terza dimensione (la più preziosa!): l’inclinazione.
L’inclinazione in movimento è l’essenza della motocicletta. Chi guida la moto sa cosa voglio dire: sa che l’inclinazione è il segreto della flessibilità, è la magia che ti fa curvare senza girare il manubrio, è l’artificio che ti fa accorciare o allungare la traiettoria, la tecnica per evitare le buche dell’ultimo secondo, l’eleganza che fa assomigliare il movimento della moto al correre dell’uomo (avete presente la foto di Mennea che esce dalla curva nella finale dei 200 a Mosca nell’80?).
Inoltre -secondo me- la capacità di inclinarsi in movimento è una potente metafora: della capacità di non essere banali, di non paralizzarsi davanti agli aut aut, di inventare la terza via che non è né A né B, ma che ha dentro un po’ di A e un po’ di B… (l’avevo detto che la moto è una filosofia di vita).

[Per non dire del vento sulla faccia: un “tachimetro a pelle” che ti dà la percezione della velocità meglio e prima del cruscotto… sensazioni che dietro un parabrezza non esistono…]


sabato 4 gennaio 2014

VENTIQUATTRO MODI PER TRUCCARE LA COMUNICAZIONE …e non riuscire più a capirsi

Jesse Richardson, Andy Smith e Som Meaden, tre creativi australiani, hanno raccolto in un poster 24 tra gli inganni logici più comuni, ciascuno accompagnato da un esempio.https://yourlogicalfallacyis.com/
Scorrendoli non è difficile riconoscere molte delle abitudini comunicative utilizzate nei talkshow e nei titoli dei giornali.
Temo purtroppo che la malattia sia contagiosa e che -quasi senza accorgercene- noi stessi, nella nostra vita di ogni giorno tendiamo ad usare queste brutte modalità dimenticando chelo scopo del nostro comunicare non è aver ragione a tutti i costi, ma riuscire a capire e a capirci meglio.
Suggerisco di leggerli con attenzione perché prevenire è meglio che curare…

(NB-Molti degli esempi sono un po’ troppo “anglosassoni” e meriterebbero un adattamento semantico, ma sono abbastanza chiari per capire l’inganno logico a cui si riferiscono)

1. Il fantoccio
 Rappresentare scorrettamente l’argomentazione dell’avversario, esagerandola o riportandola in modo caricaturale, anche mettendogli in bocca parole che non ha detto, con lo scopo di confutare più facilmente la sua tesi.
Will disse che avremmo dovuto spendere più soldi nella sanità e nell’istruzione, Warren rispose che era sorpreso che Will odiasse così tanto il suo paese da volerlo lasciare senza difesa tagliando le spese militari.
2. Falso rapporto causale
Sostenere che una relazione tra due eventi – reale o percepita – sia necessariamente di tipo causale. Spesso si tende a presentare due cose accadute contemporaneamente o in sequenza  come l’una causa dell’altra, mentre la loro relazione potrebbe essere semplicemente una coincidenza, oppure potrebbero essere provocate dalla stessa causa.
Roger, indicando un grafico, spiega come le temperature si sono alzate negli ultimi secoli, mentre nello stesso tempo il numero dei pirati è diminuito; perciò sono i pirati che raffreddano il mondo e il surriscaldamento globale è una bufala.
3. Falsa conseguenza
Sostenere che se avviene l’ipotesi A, allora di conseguenza accadrà anche l’ipotesi Z: quindi l’ipotesi A non deve verificarsi. Con questo meccanismo non si discute della bontà dell’ipotesi A ma si sposta la conversazione su una sua conseguenza estrema e soprattutto ipotetica.
Colin dice che se consentiamo i matrimoni tra persone dello stesso sesso, allora successivamente permetteremo ai figli di sposare i propri genitori, o la propria automobile o addirittura una scimmia.
4. Attacco alla persona
Obiettare alle argomentazioni di qualcuno senza rispondergli nel merito ma attaccandolo personalmente, con lo scopo di minarne la credibilità.
Dopo che Sally aveva presentato un eloquente e convincente ragionamento in favore di un sistema fiscale più equo, Sam chiese al pubblico se si fidasse di una donna non sposata, che era stata arrestata in passato e che aveva un odore un po’ strano.
5. Invocare l’eccezione “postuma”
Quando la propria tesi viene smentita, cercare di ottenere ragione inventando eccezioni o cambiando il senso della propria tesi iniziale.
Edward sosteneva di essere un sensitivo, ma quando le sue abilità furono messe alla prova scientificamente, magicamente sparirono. Edward spiegò che la gente doveva avere fede nei suoi poteri perché questi funzionassero.
6. Accusa travestita da domanda
Fare una domanda che contiene un’affermazione, in modo che l’intervistato non possa rispondere con un sì o con un no, ma debba contestare la domanda e apparire così sulla difensiva o addirittura colpevole.
Hai smesso di picchiare tua moglie?
7. Il giocatore d’azzardo
Credere che eventi statisticamente indipendenti siano collegati tra di loro, e ricavarne previsioni. Il tutto quando in realtà, come si dice, “il caso non ha memoria”.
Il rosso era uscito sei volte di fila alla roulette, così Greg sapeva che quasi certamente la volta successiva sarebbe uscito il nero.
8. Il carro del vincitore
Cercare di avvalorare una tesi dicendo che è molto popolare.
Shamus, ubriaco, indicò Sean e gli chiese di spiegargli come mai così tante persone credono ai lupi mannari  se questa è solo una vecchia e stupida superstizione.
9. Il falso dilemma
Far credere che esistano solo due alternative e costringere a scegliere tra una di esse, quando in realtà le possibilità sono di più.
Mentre cercava sostegno per il suo progetto di ridurre i diritti dei cittadini, il dittatore chiese alla gente se fosse dalla sua parte o da quella del nemico.
10. Petitio principii
Si tratta di un ragionamento circolare, in cui la conclusione è implicitamente già contenuta nelle premesse.
La giustizia impone che nessuno possa comprare un altro uomo, perché non è giusto che un uomo possa essere messo in vendita.
11. Appello all’autorità
Dire che una cosa è vera perché lo dice un esperto, senza fornire ulteriori argomenti. Nel caso dell’appello a una falsa autorità, invece, si invoca la tesi di un esperto di un ambito che non è quello in questione.
Poiché non era in grado di difendere la sua posizione per cui l’evoluzionismo era una menzogna, Bob disse che conosceva uno scienziato che a sua volta non credeva all’evoluzionismo.
12. Appello alla natura
Sostenere che una cosa naturale deve essere per forza giusta, ideale, necessaria, buona. Anche l’assassinio, per esempio, potrebbe essere inteso come evento “naturale”, ma non per questo lo consideriamo giustificabile.
L’uomo portò molte medicine in città sul suo furgone, tutte naturali, come per esempio un’acqua naturale molto speciale. Diceva che tutti avrebbero dovuto diffidare dalle medicine artificiali, come gli antibiotici.
13. Composizione/Divisione
Ritenere che ciò che è valido per una parte sia valido per il tutto (composizione) o che viceversa ciò che è valido per un intero sia valido anche per le sue componenti (divisione).
Daniel era un bambino precoce e amante della logica. Sapeva che gli atomi sono invisibili, perciò, essendo lui fatto da atomi, credette di essere a sua volta invisibile.
14. Aneddotica
Citare un aneddoto o un esempio isolato della propria esperienza personale per confutare una tesi, soprattutto per indebolire le statistiche.
Jason disse che suo nonno fumava 30 sigarette al giorno ed era vissuto fino a 97 anni, quindi non credeva ai dati sulle morti causate dal fumo.
15. Appello emotivo
Manipolare l’interlocutore facendo leva sui sentimenti, non supportati da validi ragionamenti.
Luke non voleva mangiare il cervello di pecora con fegato tritato e cavoletti di Bruxelles, ma suo padre gli disse di pensare ai bambini poveri che morivano di fame in un paese del terzo mondo e che non avevano cibo, perché non erano fortunati come lui.
16. La fallacia fallace
Sostenere che una proposizione è falsa solo perché supportata da argomentazioni fallaci. In questo caso l’affermazione può anche essere vera, seppur non presentata in modo logicamente valido. Viceversa, una proposizione presentata in modo logicamente valido può essere falsa.
Dopo aver fatto notare ad Amanda che aveva commesso un errore logico nel dire che dovremmo tutti mangiare cibo nutriente perché uno scienziato aveva detto così, Alyse disse che allora al contrario dovremmo mangiare cheeseburger al bacon ogni giorno.
17. Tu quoque Criticare il fatto che l’avversario non sia coerente con quello che dice, ed evitare così di confrontarsi con la validità delle sue affermazioni.
Nicole fece notare che Hannah aveva commesso un errore logico, ma invece di rispondere nel merito, Hannah accusò Nicole di aver commesso a sua volta un errore logico in precedenza.
18. Presunta incredibilità
Rispondere a un argomentazione dicendo che è difficile a credersi, e perciò non può essere vera.
Kirk disegnò un pesce e un essere umano, e con esuberante disprezzo chiese a Richard se veramente secondo lui potremmo essere stupidi al punto da credere che in qualche modo un pesce si sia trasformato fino a diventare un uomo, come voleva la teoria evoluzionista.
19. Onere della prova
Sostenere che l’onere della prova spetti a chi vuole smentire una tesi e non a chi la sostiene. La semplice impossibilità di confutare un’argomentazione non la rende vera. Per dirla come Carl Sagan: “affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie”.
Bertrand sostiene che esiste una teiera in orbita tra la Terra e Marte, e poiché nessuno può provare il contrario, la sua è una proposizione valida.
20. Equivoco o anfibolia
Usare termini dal doppio significato o costruzioni sintattiche ambigue per mascherare la realtà.
Fine della vita è la morte; la felicità è fine della vita; quindi la felicità è la morte.
21. Nessun VERO scozzese
Fare un appello alla purezza quando la propria tesi è stata demolita, con l’obiettivo di creare nuovi criteri.
Angus sosteneva che gli scozzesi non mettono lo zucchero sul porridge. Lachlan rispose che lui era scozzese ma metteva lo zucchero sul suo porridge. Furioso, Angus obiettò che nessun vero scozzese mette lo zucchero sul porridge.
22. Errore genetico
Far credere che l’origine di una certa argomentazione possa togliere validità alla stessa.
L’eugenetica non è accettabile, è una pratica usata dai nazisti!
23. Il tiratore del Texas
Scegliere arbitrariamente una casuale concentrazione di un certo dato per sostenere una tesi, oppure creare un modello che avvalori una congettura. Il nome viene dalla storia del pistolero texano che sparava colpi a caso su un capanno, per poi disegnare attorno ai fori di proiettile un bersaglio.
I produttori della bevanda gassata mostrarono delle ricerche secondo cui, dei cinque paesi dove la bibita era più bevuta, tre erano nella classifica dei primi dieci al mondo per la salute media. Quindi la loro bibita era salutare.
24. Terra di mezzo
Sostenere che un compromesso, o un punto d’intesa tra due estremi, sia la verità. Spesso la verità sta nel mezzo, ma questo non è necessariamente vero: a volte la verità è in uno dei due estremi.
Holly dice che i vaccini causano l’autismo nei bambini, ma la sua amica Caleb, esperta di scienza, obietta che questa tesi è stata smentita ed è infondata. Alice allora propone un compromesso: i vaccini possono causare un po’ di autismo nei bambini.


giovedì 2 gennaio 2014

UN AUGURIO DI LUSSO

Quest'anno mi faccio un augurio di lusso. Lo estendo volentieri agli amici, ma non sono sicuro che incontri il gradimento di tutti: diciamo che è riservato a chi lo condivide.

Mi chiedevo cosa augurarmi per questo 2014,  qualcosa di personale, qualcosa di sanamente egoistico (a parte -si sa- la pace nel mondo, la giustizia e la difesa del pianeta, gratuitamente condivisibili da tutti purché restino auspici generici) e l’ho trovato: è un desiderio lussuoso, ma proverò a permettermelo.

Mi auguro quest’anno di avere, custodire e coltivare un desiderio che non si realizzi.
Voglio desiderare e basta.
Il desiderio è un sentimento delicato, prezioso e precario; costantemente in bilico tra l’appagamento (che lo uccide) e la convinzione della sua inappagabilità (che lo sterilizza).
E’ un  sentimento da coltivare, da difendere, da visitare continuamente. Non importa la cosa desiderata, importa che il suo desiderio sia costante, che consenta l’esercizio dell’immaginazione, che dia spazio alla creatività. Il desiderio è un’area preziosa in assenza della quale tutto si desertifica.

C’è un’età in cui desiderare è facilissimo e spontaneo; in quell’età la difficoltà ad appagare i desideri è vissuta con sofferenza, ignari che invece è proprio quella difficoltà a proteggere i desideri e a tenerli in vita. Gradualmente arriva una stagione in cui i desideri tendono invece a rarefarsi, in parte perché appagati, in parte perché accantonati… un deserto sterile e arido.

E’ il desiderio che dà senso all’attesa e mantiene giovani la mente e il cuore: so cosa aspetto, aspetto che il mio desiderio si realizzi e questa attesa mi tiene vivo.
Ecco dunque cosa mi auguro: avere un desiderio e non riuscire a soddisfarlo.
Lo so che è un lusso, ma quest’anno non bado a spese…