Sfoglio le
prime pagine dei giornali:
- a Roma i candidati sindaco si sono
ridotti a quattro;
- lo “staff di Grillo” sospende il
sindaco di Parma;
- gli afghani fermati a Bari vengono
rilasciati perché non erano terroristi;
- a Cannes, come ogni maggio da settant’anni,
srotolano il tappeto rosso in attesa di capolavori veri o presunti.
Sembro
troppo vecchio e cinico se dico che non ci trovo nulla di nuovo? Che mi
sembrano vecchi fotogrammi di film già visti?
A Bagdad tre
autobombe dell'Isis hanno ucciso almeno 90 persone e ne hanno ferite gravemente
140, ma siamo lontanissimi da Parigi e scrivere “Je suis Bagdad” suonerebbe scontato e polemico.
Vorrei assistere
a sfide nuove di grande respiro, invidiare gioventù che rincorre ideali
esagerati e progetti improbabili; vorrei vedere giovani che non si sentano già
vecchi piuttosto che anziani che fingono di essere giovani.
Mi viene il
sospetto che quando si dice che l’Europa è un continente vecchio non sia solo una
questione demografica, ma si tratti di una sorta stanchezza culturale, di
rifiuto del rischio, di coazione a ripetere schemi già percorsi.
I sintomi
della fine degli imperi sono ben noti: proliferazione della burocrazia,
autocelebrazione compiaciuta, sazietà fisica e morale, crisi demografica… forse
nella Roma nel quinto secolo passavano troppo tempo a discutere sugli ultimi
modelli di biga e a rimpiangere i bei tempi andati per accorgersi che i “barbari”
erano giovani, forti e pieni di vita….