martedì 31 ottobre 2017

AMO LA GEOGRAFIA


La geografia è da sempre la materia che amo di più, l’unica in grado di dirmi “tu sei qui.
Considero il planisfero la vera planimetria di casa mia, i metri quadri dell’appartamento che abito sono solo la minuscola porzione di planisfero che sto occupando. La mia vera casa è grande centocinquanta milioni di chilometri quadrati e ci abitiamo in sette miliardi. Come si fa a non essere curiosi?
E’ la geografia a darmi informazioni sulla stanza accanto, sul paese accanto, sul continente accanto e come potrei capire me stesso senza capire dove e come vivono gli altri, senza poter fare confronti, cogliere analogie e differenze? Ho bisogno di sapere come si vive dove fa molto caldo o molto freddo, dove e perché ci sono persone che fanno la fame e si spostano per sopravvivere, e voglio anche capire perché si spostano là e non qua.
Altro che un noioso elenco di monti, fiumi, confini! Geografia è sapere come è fatto il mondo, è conoscere il nome di luoghi e città, è immaginare di andarci, è voglia di incontrare gente, di conoscere per conoscersi. Geografia è dare le giuste proporzioni ai concetti di “vicino” e “lontano”, di “grande” e “piccolo”, è rendersi conto che non siamo il centro del mondo perché il mondo un centro non ce l’ha, è il fondamento del rispetto della diversità degli altri perché inevitabilmente ognuno è il “diverso” di  qualcun altro.
Passerei ore davanti al planisfero per scoprire zone nuove e nomi nuovi, per chiedermi come sarà quella città o quella regione e per agganciare a quella mappa i ricordi dei luoghi in cui sono stato o in cui ho vissuto e i volti degli amici che so essere ora qui, lì, lassù, laggiù...
Sarò forse eccessivamente ottimista, ma sono convinto che se conoscessimo meglio dove e come la gente vive, capiremmo meglio quello che succede nel mondo e saremmo molto più cauti nel tracciare le numerose frontiere mentali che ci ingabbiano la mente. La smetteremmo di pensare che al di là dell’orizzonte che conosciamo si estende una generica area ignota ed ostile (gli antichi scrivevano sulle mappe “hic sunt leones) per cominciare finalmente a dare un nome alle cose e alle persone, come giustamente pretendiamo che gli altri facciano con noi.
Non mi sono mai pentito dei soldi spesi per viaggiare, nel mio bilancio li segno nella colonna investimenti.