lunedì 9 maggio 2016

LA REGOLA DEL GIOCO


“Arduino si rese conto che ricordava solo una parte degli ottantuno anni che aveva vissuto, una piccola parte (e non era affatto sicuro di ricordarsela bene).
E
... il resto? Tutte quelle giornate, i mesi, gli anni che erano passati senza lasciare un segno? Se non li ricordava lui che li aveva vissuti, di certo non li avrebbe ricordati nessun altro. E quando lui sarebbe morto, anche i suoi ricordi sarebbero scomparsi.

E cosa ne è di ciò che nessuno ormai ricorda più? Come per tutti, dopo aver ingoiato innumerevoli storie, sentimenti un tempo appassionati e pulsanti, ricordi intensi e speranze incompiute, l’oblìo avrebbe presto risucchiato anche la sua vita, senza lasciare residui.
Questa consapevolezza, tuttavia, gli apparve naturale e saggia e non gli procurò né ansia, né sofferenza.


La sua vita, i suoi sentimenti, i suoi ricordi valevano dunque esattamente quello che per lui avevano significato: il fatto che ben presto sarebbero stati dimenticati nulla toglieva al loro valore, né impoveriva lui in alcun modo. Così era: senza residui.
Perché considerare la consapevolezza delle regole del gioco una cattiva notizia?”



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